15 pensieri su “L’ESATTA VISIONE DELLA REALTA’

  1. Posto qui una richiesta che mi arriva da Giuseppe Della Pietra

    Ciao ragazzi,

    ultimamente avrete letto che stanno occupando le università (sono salite a 150 le scuole e a 20 le facoltà occupate dagli studenti).

    Vogliono bloccare la didattica negli atenei perchè gruppi di scalmanati che nemmeno sanno di cosa parli la riforma, che se ne fregano delle lezioni vogliono giocare a fare i rivoluzionari sessantottini, sicuramente manovrati da partiti e sindacati.

    vi chiedo la cortesia di spargere la voce su questo gruppo…perchè per una piccola minoranza molto rumorosa, ci sono milioni di studenti più silenziosi e coscienziosi che invece vogliono solamente fare quello per cui si sono iscritti agli atenei: studiare e laurearsi, senza perdite di tempo dettate forzatamente da altri!

    Datemi una mano a far girare il gruppo passandolo a tutti i vostri contatti, pliz!

    Grazie mille!!

    http://www.facebook.com/group.php?gid=45252015498#/group.php?gid=45252015498

  2. ciao Francesca,

    non ho letto tutto l’articolo perchè non sono daccordo con questo tipo di giornalismo, a me va bene se dite che il Pd agita le piazze e via dicendo,. sai cosa non sopporto da italiano che si salvi aziende di gente che non rischiano nulla, e poi Tremonti vuole limare che è molto simile a tagliare i ministeri con il portafoglio, per cui anche la pubblica istruzione.

    ma se accade ciò siamo tutti perdenti perchè un paese civile deve aumentare i suoi investimenti nell’istruzione, e magari tagliare di piu’ sulla difesa sopratutto noi.

    mi dispiace dirlo ma mi sa che il prossimo passo sia la Sanità.

    Confermo e ribadisco tutto cio’ detto da me scritto precedentemente.

    baci
    bobo

  3. Posso fare delle domande… cretine ?

    Come è possibile che in un paese normale, dove i dati anagrafici testimoniano da tempo un costante calo delle nascite, e quindi un progressivo calo degli studenti, che aumentino a dismisura i docenti ?

    Non è che la scuola è stato un grosso bacino elettorale, come le Ferrovie, Alitalia, Tirrenia, le Poste, la Telecom, la Fiat, la Breda, etc… etc… ?

    Potrebbe darsi che il sistema abbia funzionato così ? … Io ti commissiono un lavoro e tu assumi tessere elettorali/sindacali ?

    Non è che questo è il vero dramma ? …ed a suon di favori e voti di scambio, abbiamo un esercito di oltre 4 milioni di dipendenti pubblici a cui pagare gli stipendi, come miriadi di enti inutili in cui ci sono più dirigenti (molti ex politici trombati amici degli amici) che lavoratori ?

    Questa (e così con questa mi prendo una laurea honoris causa alla scemaggine) semi-rivolta della scuola, è stata una prova generale in previsione di un ulteriore declino …e siccome le cose non possono migliorare, preparatevi al peggio.

    Felice Serata

  4. Caro Bobo, che in Europa non esistono economisti di Stato e di pari valore con la loro conclamata fama, non ci vuole in genio per capirlo.

    Ti faccio questo semplice esempio: vorrei sapere chi è stato quel “geniaccio” che ha pensato di allargare i confini europei a paesi più poveri di noi, con la speranza di allargare i mercati per le nostre aziende.

    Voglio dire, non serve una laurea in economia e commercio per capire che è quasi impossibile vendere i nostri prodotti (made in Italy) a popolazioni che hanno redditi procapite 10 volte inferiori ai nostri e che noi stessi fatichiamo a comprare.

    Capisci la fregatura ? …è il più grosso regalo che potessero fare a chi ha manodopera a basso costo ed alle multinazionali…e per giunta senza più dogane.

    …certo che anche la sanità è un bel magna-magna!

    Felice Nottata

  5. E stamani ho letto sulla Nazione che all’Einaudi un gruppetto di 30 ragazzine (circa 1/20 del corpo Alunni dell’Einaudi) ha costretto a far saltare le lezioni a chi voleva farla..

    Come è un diritto sacrosanto protestare (se si conosce bene contro cosa si protesta) è un diritto sacrosanto studiare ed entrare in classe per fare lezione..

    Parlano tanto di diritti uguali per tutti e poi si comportano come se i capi del mondo fossero loro..

    Vabbè..ma è dai tempi di Lenin che è cosi..:)

  6. Girando per il paese di Monsummano Terme dove abito e dove purtroppo regna ormai da sempre il centrosinistra, (più sinistra che centro…..)molte persone appartenenti alla forza politica mi chiedono: Alessio hai visto il tuo Berlusconi, da buon dittatore e filo americano convinto, vuol mandare l’esercito e la Polizia a togliere gli scioperandi davanti alle scuole……
    Io rispondo: sarà il non essere a conoscenza della situazione…, o sarà il vostro partito ad informarvi male, in quanto attualmente penso che Berlusconi stia facendo la politica più democratica che esista, minacciando di usare le forze pubbliche per dare la possibilità di andare a scuola a chi la pensa diversamente e non come nel caso dell’Istituto di mio nipote dove un gruppetto di facinorosi sinistroidi si permettono di mettersi davanti ai cancelli e dire “stamani non entra nessuno!!!”. Però bella democrazia……………
    Ai posteri l’ardua sentenza….
    Saluti a tutti.

  7. Voi in Toscana tante cose non le sapete.
    Al grande happening del PD organizzato invitando cani e porci pur di riempire dello spazio in contrasto la ristretta visione che gli ex-comunisti hanno della vita, manchera’ il placet di don Antonio Bassolino da Afragola.
    L’ex Sindaco e a breve ex Governatore, sta vivendo una sorta di isolamento interno in Campania.Per anni ha portato caterbe di voti alla sinistra italiana. Ora non segue il suo leader, che a sua volta ha preso le distanze da uno dei suoi piu’ grandi maestri.
    A molti e nemmeno a me, per opposti motivi, non e’ piaciuto l’aggrapparsi a Berlusconi per cercare di ricevere da lui una rinnovata luce riflessa.
    Materialmente lui non coomanda piu’ il territorio ma pare sia pronto a portarsi indietro nel tracollo, un’intera classe di governo, fatta di potere clinetelare e lobbi affarastiche.
    A breve dovra’ rispondere davanti ai magistrat per le questioni relative ai rifiuti nel periodo di 4 anni in cui era anche lui commissario di governo.
    In piu’ e’ spuntato anche il caso di soldi versati ad ex parlamentari ds per l’acquisto di una residenza di lusso fuori regione.
    La sinistra che si riempe la bocca di impegno sociale e si crogiuola intorno ad intellettuali dell’ultima ora, e’ anche questo.
    Veltroni, lo sa benissimo

  8. Alt..alt, secondo me è demagogico cosa scrive Ale. Da sempre, nelle dispute, sono i vincitori a scrivere la storia, perchè è a loro che noi (io e Dio) ne riconosciamo il diritto di farlo.

    Prendiamo come esempio estremo un gruppo terroristico od un terrorista e che per fare il suo lavoro, deve spargere terrore (altrimenti che razza di terrorista è !).

    Un terrorista perchè possa esistere, deve esercitare pressione su uno strato di popolazione ben definito e (a ragione o a torto) scontenta, tanto da non escludere il ricorso alla violenza come mezzo per far valere le proprie ragioni.

    E se esercitare terrorismo è considerato antidemocratico, alla strategia del terrore (dei terroristi), i governi, di solito reagiscono emanando leggi speciali, che, in forza dell’emergenza, limitano altri diritti dei cittadini, mentre, molto spesso le reazioni dei governi, al terrorismo, sono paritarie ed antidemocratiche (ecco perchè i sinistroidi insorgono alle dichiarazioni di Berlusconi).

    Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, basta andarsi a vedere come gli americani hanno esportato la loro democrazia, per arginare quel presunto terrorista di Bin Laden.

    Capite, adesso dove voglio andare a parare ?

    Ciò che veramente farà la differenza, tra un “terrorista” e non, sarà chi al termine della “guerra” avrà vinto. La spiegazione nelle lotte politiche è tutta qui.

    Perché ? …Semplicemente, perché sono i vincitori a scrivere la storia. E solo i vincitori potranno scrivere, che, la causa, quella giusta, era la loro, e che tutto quel sangue, quella violenza, è servita per raggiungere l’obbiettivo prefissato; sconfiggere il nemico e il male.

    Quindi se sarà uno Stato a vincere, condannerà i persi al carcere ed a considerare vili quegli attacchi, quegli attentati, quelle vite spezzate e, tutti i metodi usati per arginare e sconfiggere il terrorismo troveranno ragione e giustificazione (vedi Brigate Rosse).

    Se invece saranno i terroristi a vincere, saranno eroi nazionali, che con le loro eroiche gesta avranno liberato la popolazione dal malcontento, la tirannia, le ingiustizie, i soprusi, etc. etc.(se le Brigate Rosse avesso avuto il sopravvento sullo Stato non staremmo neppure a parlarne).

    Ed ecco ciò che è realmente importante: vincere, per poter essere gli unici depositari della verità e poter scrivere la storia.

    Io non ve lo volevo dire e lo avrete capito da soli…arrestatemi sono un terrorista !!

    Felice Serata

  9. corriere.it
    Corsi e diplomi
    Università, il business dei laureati precoci
    Sono cresciuti in un anno del 57 per cento. La metà negli atenei di Siena e Chieti

    Tasic, un serbo di 19 anni, è finito su tutti i giornali del mondo perché, partito per l’America per studiare, ha preso la laurea e pure il dottorato in otto giorni? Noi italiani, di geni, ne abbiamo a migliaia. O almeno così dicono i numeri, stupefacenti, di alcune università. Numeri che, da soli, rivelano più di mille dossier sul degrado del titolo di «dottore». I «laureati precoci», studenti straordinari che riescono a finire l’università in anticipo sul previsto, ci sono sempre stati. È l’accelerazione degli ultimi anni ad essere sbalorditiva. Soprattutto nei corsi di laurea triennali, dove i «precoci» tra il 2006 e il 2007, stando alla banca dati del ministero dell’Università, sono cresciuti del 57% arrivando ad essere 11.874: pari al 6,83% del totale. Tema: è mai possibile che un «dottore» su 14 vada veloce come Usain Bolt? C’è di più: stando al rapporto 2007 sull’università elaborato dal Cnvsu, il Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario, quasi la metà di tutti questi Usain Bolt, per la precisione il 46%, ha preso nel 2006 l’alloro in due soli atenei. Per capirci: in due hanno sfornato tanti «dottori» quanto tutti gli altri 92 messi insieme. Quali sono queste culle del sapere occidentale colpevolmente ignorate dalle classifiche internazionali come quella della Shanghai Jiao Tong University secondo cui il primo ateneo italiano nel 2008, La Sapienza di Roma, è al 146˚ posto e Padova al 189˚? Risposta ufficiale del Cnvsu: «Stiamo elaborando i dati aggiornati per la pubblicazione del rapporto 2008. Comunque i dati sui laureati sono pubblici e consultabili sul sito dell’ufficio statistica del Miur». Infatti la risposta c’è: le culle del sapere che sfornano più «precoci» sono l’Università di Siena (494ª nella classifica di Shanghai) e la «Gabriele D’Annunzio» di Chieti e Pescara, che non figura neppure tra le prime 500 del pianeta. Numeri alla mano, risulta che dall’ateneo abruzzese, che grazie al contenitore unico di un’omonima Fondazione presieduta dal rettore Franco Cuccurullo e finanziata da molte delle maggiori case farmaceutiche (Angelini, Kowa, Ingenix, Fournier, Astra Zeneca, Boheringer, Bristol- Myers…), conta su una università telematica parallela non meno generosa, sono usciti nel 2007 la bellezza di 5.718 studenti con laurea triennale. In maggioranza (53%) immatricolati, stando ai dati, nell’anno accademico 2005-2006 o dopo. Il che fa pensare che si siano laureati in due anni o addirittura in pochi mesi. Quanto all’ateneo di Siena, i precoci nel 2007 sono risultati 1.918 su un totale di 4.060 «triennali»: il 47,2%. La metà.

    Ancora più sorprendente, tuttavia, è la quota di maschi: su 1.918 sono 1.897. Contro 21 femmine. Come mai? Con ogni probabilità perché alla fine del 2003 l’Università firmò una convenzione coi carabinieri che consentiva ai marescialli che avevano seguito il corso biennale interno di farsi riconoscere la bellezza di 124 «crediti formativi». Per raggiungere i 148 necessari ad ottenere la laurea triennale in Scienza dell’amministrazione, a quel punto, bastava presentare tre tesine da 8 crediti ciascuna. E il gioco era fatto. Ma facciamo un passo indietro. Tutto era nato quando, alla fine degli anni Novanta, il ministro Luigi Berlinguer, adeguando le norme a quelle europee, aveva introdotto la laurea triennale. Laurea alla portata di chi, avendo accumulato anni d’esperienza nel suo lavoro, poteva mettere a frutto questa sua professionalità grazie al riconoscimento di un certo numero di quei «crediti formativi» di cui dicevamo. Un’innovazione di per sé sensata. Ma rivelatasi presto, all’italiana, devastante. Colpa del peso che da noi viene dato nei concorsi pubblici, nelle graduatorie interne, nelle promozioni, non alle valutazioni sulle capacità professionali delle persone ma al «pezzo di carta», il cui valore legale non è mai stato (ahinoi!) abolito. Colpa del modo in cui molti atenei hanno interpretato l’autonomia gestionale. Colpa delle crescenti ristrettezze economiche, che hanno spinto alcune università a lanciarsi in una pazza corsa ad accumulare più iscritti possibili per avere più rette possibili e chiedere al governo più finanziamenti possibili. Va da sé che, in una giungla di questo genere, la gara ad accaparrarsi il maggior numero di studenti è passata attraverso l’offerta di convenzioni generosissime con grandi gruppi di persone unite da una divisa o da un Ordine professionale, un’associazione o un sindacato. Dai vigili del fuoco ai giornalisti, dai finanzieri agli iscritti alla Uil. E va da sé che, per spuntarla, c’è chi era arrivato a sbandierare «occasioni d’oro, siore e siore, occasioni irripetibili». Come appunto quei 124 crediti su 148 necessari alla laurea, annullati solo dopo lo scoppio di roventi polemiche. Un andazzo pazzesco, interrotto solo nel maggio 2007 da Fabio Mussi («Mai più di 60 crediti: mai più!») quando ormai buona parte dei buoi era già scappata dalle stalle. Peggio. Perfino dopo quell’argine eretto dal predecessore della Gelmini, c’è chi ha tirato diritto. Come la «Kore» di Enna che, nonostante il provvedimento mussiano prevedesse che il taglio dei crediti doveva essere applicato tassativamente dall’anno accademico 2006-2007, ha pubblicato sul suo sito internet il seguente avviso: «Si comunica che, a seguito della disposizione del ministro Mussi, l’Università di Enna ha deciso di procedere alla riformulazione delle convenzioni» ma «facendo salvi i diritti acquisiti da coloro che vi abbiano fatto esplicito riferimento, sia in sede di immatricolazione che in sede di iscrizione a corsi singoli, nell’ambito dell’anno accademico 2006-2007».

    Bene: sapete quanti studenti risultano aver preso la laurea triennale nell’ateneo siciliano in meno di due anni grazie ad accordi come quello con i poliziotti (76 crediti riconosciuti agli agenti, 106 ai sovrintendenti e addirittura 127 agli ispettori) che volevano diventare dottori in «Mediazione culturale e cooperazione euromediterranea»? Una marea: il 79%. Una percentuale superiore perfino a quella della Libera università degli Studi San Pio V di Roma: 645 precoci su 886, pari al 73%. E inferiore solo a quella della Tel.M.A., l’università telematica legata al Formez, l’ente di formazione che dipende dal Dipartimento della funzione pubblica: 428 «precoci» su 468 laureati. Vale a dire il 91,4%. Che senso ha regalare le lauree così, a chi ha l’unico merito di essere iscritto alla Cisl o di lavorare all’Aci? È una domanda ustionante, da girare a tutti coloro che hanno governato questo Paese. Tutti. E che certo non può essere liquidata buttando tutto nel calderone degli errori della sinistra, come ha fatto l’altro ieri Mariastella Gelmini dicendo che di tutte le magagne universitarie «non ha certo colpa il governo Berlusconi che, anzi, è il primo governo che vuol mettere ordine». Sicura? Certo, non c’era lei l’altra volta alla guida del ministero. Ma la magica moltiplicazione delle università (soprattutto telematiche), la corsa alle convenzioni più assurde e il diluvio di «lauree sprint», lo dicono i numeri e le date, è avvenuta anche se non soprattutto negli anni berlusconiani dal 2001 al 2006. E pretendere oggi una delega in bianco perché «non si disturba il manovratore», è forse un po’ troppo. O no?

    Sergio Rizzo
    Gian Antonio Stella
    26 ottobre 2008

  10. Da Vittorio Feltri riceviamo: “…….Un discorso a parte merita il maestro unico. Il quale è un dogma in tutto il mondo giacchè i bambini abbisognano di un riferimento, cioè di un docente sostitutivo della mamma. Se i riferimenti sono tre il bambino rimbambisce e impara poco, non riuscendo a capire un cacchio di chi comanda in classe…….”
    Povera Italia!!!!!!
    Chissà come faranno quei bambini che hanno la (s)fortuna (?) di avere due genitori sempre presenti (mamma e babbo)e che magari vanno anche sempre d’accordo!!! (sarà rimbambito e disorientato???)
    Come faranno quegli alunni che avranno un docente maschio (…che deve fare da sostituto della mamma)?????
    In classe il docente non comanda: INSEGNA!!!! e proprio per questo deve essere rispettato.
    I bambini non sono rimambiti e capiscono molto più del signor Feltri.
    …..Ma nel caso di Feltri ci vuole veramente poco visto che il più rimbambito (con tutto il rispetto per bimbi)è prorio lui.
    SE QUELLO DI FELTRI E’ L’ARTICOLO PIU’ BELLO ALLORA NON CI RESTA ALTRO CHE SOPPORTARE QUESTA CROCE E ATTENDERE CON IMPAZIENZA CHE QUESTE PERSONE, TOLGANO IL DISTURBO DA PALAZZO CHIGI IL PRIMA POSSIBILE, IN ATTESA CHE NE ARRIVINO ALTRE (di destra di sinistra di centro….. non importa) ma che abbiano tanto amore per l’Italia e soprattutto spirito di servizio…. per gli ITALIANI, invece che esclusivamente PER LORO STESSI:

  11. Ecco, questo è proprio il classico atteggiamento dei sinistri, prima dicono di essere democratici e disposti al dialogo, poi se non dai loro sempre ragione si inviperiscono!
    Meno male che su questo blog qualcuno mi smentisce, ci sono amici infatti che, oltre a essere ragionevoli e moderati, riescono ad avere una visione a 360 gradi. Perchè la contrapposizione non è fra destra o di sinistra, ma fra persone che ragionano e invasati ideologizzati.

  12. Vede Francesca, non sono inveperito, ma non mi sembra che l’articolo di Feltri, da Voi considerato il più bello, sia un esempio di “ragionevolezza” e soprattutto di “moderazione”. Io non sono abituato a catalogare le persone per il loro pensiero o per quello che dicono, soprattutto perchè deve essere sempre ricercato il dialogo che dovrebbe (anche in questo caso il condizionale è d’obbligo) portare ad una sintesi delle varie posizioni. Il problema forse sta proprio nelle Sue parole quando mi risponde che la contrapposizione è fra le persone che ragionano e gli invasati ideologizzati. Coloro che contestano potrebbero pensarla allo stesso modo essendo sicuri (da parte loro) di non essere nè invasati, nè ideologizzati.
    Questo atteggiamento, che è quello di molti ministri attuali (per fortuna non di tutti), porta al risultato dell’annientamento del dialogo.
    Non mi offende quando mi cataloga come “sinitro” anche se Le ripeto che non sono mai stato pseudo comunista nè mai lo sarò. Però sono mancino dalla nascita!
    La mia preoccuppazione continua ad essere quella di non vedere molto diffuso lo spirito di servizio fra coloro impegnati in Politica e non mi riferisco nè a Lei nè a coloro che scrivono su questo blog, ma quasi tutti deputati e i senatori. (quindi sia di destra che di sinistra).
    Il mio sforzo quindi è quello di cercare un maggior dialogo affinchè si riesca ad entrare veramente dentro il nocciolo dei problemi, cercando quindi di capire le ragioni dell’altro e non parlare a “vanvera”, demonizzando chi non la pensa allo stesso modo, come fa il Signor Feltri.
    Sono intervenuto su questo Blog, perchè continuo ad essere convinto che la riforma Gelmini sia stata impostata esclusivamente in termini finanziari e non supportata da elementi pedagogici.
    Ribadisco che il tempo pieno non é il tempo scuola!!!
    A proposito: Ha mai sentito parlare del Direttore BERTOCCI?
    Sa chi era?
    Sicuramente si! ….e allora non può non comprendere quanto sconforto abbiano le tante persone che hanno conosciuto di persona questo illustre pistoiese, nell’immaginare che domani verrà approvato il decreto Gelmini.

  13. Caro Sig. Marco, faceva prima a dire “aspettando con impazienza che questo governo di destra si tolga da palazzo Chigi e salga il mio amato governo di sinistra…..”. Penso che dovrà mio malgrado attendere un bel pò di tempo, visto che questa coalizione è abbastanza forte e non composta di 70 partiti come quella della scorsa legislatura che per salire al comando ha imbarcato persone come GIORDANO,il quale essendo ago della bilancia ha pseudo comandato l’Italia per 2 anni……
    Non ci vergogniamo, a mettere in mano questo stupendo paese ad un ammasso di sovversivi del genere?
    Io ho messo la foto di Walter Veltroni su un mobile in camera ed ogni mattina quando mi alzo lo ringrazio di aver distrutto l’estrema sinistra… Ha avuto il coraggio, “in quanto persona da me reputata molto seria” di non accordarsi con questa parte politica ed ha mestamente perso l’elezioni…..
    Io sono un italiano, adoro il bianco, rosso e verde, mi vergognavo ad avere al governo persone come GIORDANO, DILIBERTO, “COSSUTTA” che sarebbero pronti a sputare su questa bellissima bandiera…..
    P.S: l’ultimo che ho nominato ha passato informazioni segrete al KGB, penso basti questo per capire il loro amor di patria…….
    Distinti saluti

  14. Marco sono d’accordissimo con lei stasera, sarà l’aria del Giappone!!!!!! (Sto scherzando ovviamente!!!). Quando mi parla di ricerca del dialogo non può che trovarmi sulla stessa linea d’onda. Io non critico il fatto che lei non condivida un editoriale di Feltri, ma altrettanto lei non può condannare che io lo citi sul mio sito (che è uno strumento personale di divulgazione delle mie idee) come il piu’ bello scritto sul tema delle contestazioni del mondo della scuola.
    Sinistro non voleva essere assolutamente un’offesa né per lei né per chiunque altro, è un mio modo (anche amichevole, lo uso spesso scherzando con i miei colleghi consiglieri del Pd) di definire esponenti, militanti e simpatizzanti del centro-sinistra!
    Francesca

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