E BRAVI QUESTI QUATTRO GIOVANISSIMI POLITICI

Ieri, ultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali, i ragazzi, durante la loro assemblea d’Istituto, hanno organizzato un dibattito sui temi: immigrazione, sicurezza, droghe leggere e hanno invitato quattro coetanei, tutti impegnati politicamente, a discutere i temi all’ordine del giorno e a rispondere alle loro domande. Presenti (in ordine di foto da sinistra) gli esponenti di Fratelli d’Italia, Forza Italia, il moderatore, Partito Democratico, Sinistra Italiana.

Mi sono piaciuti tutti, al di là delle idee e delle proposte, alcune per me condivisibili, altre no, ma ciascuno capace e preparato, vista anche l’età che superava di poco i 20 anni. Un collega mi ha detto: “Che tristezza questi giovani vecchi!” A me non hanno fatto tristezza, anzi li ho apprezzati per essere in grado di presentarsi di fronte a una platea a esporre civilmente e con competenza le loro idee. Ragazzi che parlavano in un italiano corretto, desiderosi di dire la loro sulle vicende sociali, economiche, politiche del paese nel quale vivono, ragazzi che invece di passare le giornate a ciondolare per strada o ad ascoltare uno youtuber demente che dice solo scemate e parolacce o a giocare a Pokemon Go, si interessano di qualcosa di serio.  

Dei cinque ragazzi seduti al tavolo dei relatori solo due erano italiani, gli altri uno cinese, uno rumeno e uno albanese. Questo è un tipo di integrazione che mi piace. Io che non sono la Principessa del “Venite qua che vi accogliamo tutti”, quando ci sono persone e famiglie che arrivano, desiderose di migliorare la loro vita, ma anche di darsi da fare e, come diceva uno dei ragazzi stranieri ieri, ringraziando e essendo grati all’Italia per le opportunità che dà a chi arriva da fuori, non posso che rallegrarmene. Solo una politica di accoglienza regolamentata e gestita con criterio, oltre a un sistema giudiziario che punisca severamente quanti arrivano solo per delinquere, possono garantire un’integrazione e una coabitazione normale, come quella che ho visto ieri a scuola e che dovrebbe essere la regola e non motivo di favorevole stupore.