E’ sotto gli occhi di tutti la decadenza della dignità della donna, proprio per l’importanza che attribuisco a tale problematica, che mi si presenta ogni giorno, purtroppo, anche nella scuola, mi è impossibile sottoscrivere la petizione prodotta dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Pistoia, che, oltre ad evocare richiami politici, è fortemente riduttiva di un deprimente fenomeno di portata umana e morale. Condivido invece il testo alternativo reso noto dalle Consigliere Sandra Palandri e Maria Valbonesi:
E’ offensivo dell’intelligenza femminile oltre che lesivo della memoria storica del nostro Paese il falso moralismo che tardivamente si accorge del disastro morale del mondo giovanile: ma quello che avviene oggi non è altro che il frutto, scontato e peraltro prevedibile, di anni di lassismo e di permissivismo, di falsi modelli di liberazione della donna proposti nel tempo, per non dire di incitamento a comportamenti irriverenti (chi non ricorda gli slogan femministi urlati per le strade?) E ora che quell’apparente emancipazione è stata raggiunta e la donna (o alcune donne) usano consapevolmente il proprio corpo e la propria sessualità per scopi che solo oggi si scoprono scandalosi e immorali, come si può prendere ad un tratto argomento da una specifica occasione politica per trasformarsi in paladini della coscienza etica e religiosa? Non è credibile e non è condivisibile. Se vogliamo veramente essere propositivi, anziché ergersi a giudici dell’ultim’ora, facciamo quello che avremmo dovuto sempre fare, ricominciamo tutti insieme a insegnare ai nostri figli i valori etici e religiosi che sono alla base della convivenza sociale e che potranno restituire il senso morale della vita, la coscienza civile dello Stato, la percezione della naturale soglia della decenza.
Pistoia, 10 febbraio 2011